Le crisi non sono una novità per la società umana. In effetti l'umanità non è mai stata esente da crisi per lunghi periodi di tempo. La storia mostra che prima o poi l'uomo è sempre riuscito a superare le crisi dei suoi tempi.
Sembra che tutte le crisi dei tempi moderni siano state risolte in tempo utile per impedire una inversione della marcia trionfante del progresso.
Vi sono ampie ragioni per credere che i problemi del nostro tempo non si risolveranno secondo il corso abituale degli eventi. In primo luogo le numerose crisi del presente si manifestano simultaneamente, con una interrelazione reciproca che le collega strettamente l'una all'altra. Non ci è concesso di far fronte a una crisi per volta.
Tuttavia il fattore più importante che distingue l'attuale serie di crisi da quelle del passato è il carattere delle loro cause: in passato le crisi più gravi avevano origini negative; erano causate dalle cattive intenzioni di governanti o governi aggressivi, o da calamità naturali: epidemie, inondazioni, terremoti e cosi via.
Molte crisi attuali hanno origini positive: conseguenza di azioni stimolate dalle migliori intenzioni dell'uomo. L'intenzione di ridurre la fatica umana, sfruttando fonti energetiche in natura, ha portato all'attuale crisi energetica e del lavoro. I grandi progetti di costruzione, come gli edifici, le strade, le dighe ed i canali, le attività agricole e forestali, l'allevamento degli animali, l'estrazione mineraria e tutta l'ingegneria industriale ( in altre parole l'imposizione dei disegni dell'uomo sull'ambiente naturale per il suo stesso bene ), hanno portato alla crisi dell'ambiente.
Si consideri per esempio il nostro atteggiamento verso le risorse naturali. Ci eravamo fidati di una presunta ineusaribilità delle risorse naturali: energia, alimenti, materie prime, ed altro ancora. Oggi stiamo scoprendo che queste risorse indispensabili non sono affatto disponibili indefinitivamente.Questa incertezza fà sì che non si possa neppure essere sicuri che il progresso continuerà ininterrotto. Considerando poi la complessità dei sistemi che governano il corso della società umana, si vede come ogni interruzione del progresso apporti conseguenze serie e addiuittura disastrose.
In special modo un governo che non prende inizizative e temporeggia su fatti inutili è ancora più dannoso che la crisi stessa. Se il cittadino si sente protetto ed accudito, la crisi passa in secondo ordine, e l'operosità ha il sopravvento. Quando il governo temporeggia, vuoi perchè non ha potere decisionale, vuoi perchè non ha nessun interesse nel superamento della crisi, provoca nel citttadino un'apatia che fa solo incrementare la crisi stessa.
Quando l'uomo impone alla natura i propri disegni, interferisce col processo della selzione naturale. Le conseguenze di tali interventi sono imprvedibili: perseguendo vantaggi a breve termine, l'uomo sta introduccendo nell'ecosistema un gran numero di prodotti chimici, non sufficientemente sperimentati, che possono avere conseguenze biologiche gravi ed a vasto raggio. Ne possono risentire innumerevoli organismi viventi, compreso l'uomo stesso.
In realtà le crisi moderne sono opera dell'uomo e differiscono da molte crisi del passato per il fatto che è possibile intervenirvi. Le scelte sono complesse, ma esistono. Nel passato l'uomo non aveva altra scelta che lasciare che le epidemie ed i governi facessero il loro corso. Ancora oggi, nonostante tutto il progresso attuato, non siamo capaci di sfiduciare un governo che non ottempra ai suoi doveri con onestà. Se vogliamo intervenire in modo efficace nella nostra crisi, dobbiamo comprendere l'origine e la natura, i nessi e le interazioni.
A questo punto sembra che l'unica causa comune a tutte le crisi attuali sia la moneta ed il capitale e le dure leggi capitalistiche di cui si fa scudo per progredire e crescere. Si dice che la moneta è stata una delle più grandi invenzioni dell'uomo, oggi alla luce dei fatti si può anche asserire che la moneta ed il capitale sono la causa di tutti i mali e le carenze del mondo.
Il mondo ha un cancro e questo cancro è l'uomo.
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