Notte e giorno, durante la breve estate e l'interminabile inverno della Siberia, lunghi convogli di treni merci carichi di macchinari, legname, minerale di ferro e petrolio giungono sferragliando alla stazione di Irkutsk; situata sulle rive del fiume Angara, a metà strada fra i monti Urali ad ovest e Vladivostok a est, questa cittadina di provincia evoca tuttora i suggestivi ricordi della prima grande avventura transiberiana.
Quell'avventura aveva avuto inizio nel 1891, quando lo Zar Alessandro III decise di costruire una ferrovia di 7500 chilometri fra gli Urali ed il mare del Giappone.
Aperta 13 anni dopo, quella ferrovia era, e rimane, un cordone ombelicale essenziale ma fragile; corre infatti per migliaia di chilometri lungo la frontiera cinese.
Oggi nella stazione di Irkutsk, se un viaggiatore preme un pulsante, si accende un quadro luminoso con tante lampadine che illuminano l'itinerario prescelto per raggiungere una delle altre 96 stazioni lungo la linea ferroviaria. Ma il traffico passeggeri è ormai scarso, a Irkutsk. Gran parte dei turisti giunge in aereo. Quelli che hanno preferito partire da Mosca in treno ( il viaggio dura tre giorni e mezzo ) si dicono delusi per il panorama monotono ed interminabile di pianure e foreste.
I siberiani sanno che il percorso più interessante e meno frequentato è il tratto fra Irkutsk e Vladivostok. Ora i Sovieticihanno portato a termine un'altra epica impresa: circa 400 chilometri a nord della vecchia transiberiana, è stata approntata una nuova linea ferroviaria di 3145 chilometri che, collegata con la strada ferrata già esistente, arriva a coprire una distanza totale di 4341 kilometri.
La nuova ferrovia corre parallela all'antico tracciato, mentre quest'ultima costeggia il lago Bajkal a sud, l'altra gira intorno all'estremità settentrionale del lago prima di puntare verso il fiume Amur e l'Oceano Pacifico.
Il suo nome BAM deriva appunto dal suo tracciato: Bajkal - Amur - Magistral.
Come la Transiberiana, anche la costruzione della BAM è stata suggerita da considerazioni politiche, economiche e strategiche.
I pionieri che vivono lungo la linea ferroviaria, hanno appena scalfitto la superfice di questa terra in letargo, più vasta degli Stati Uniti.
I sovietici sono decisi a domare la Siberia, proprio come nel secolo scorso gli americani si erano lanciati nella conquista del Far West.
La Siberia è il forziere nazionale sovietico, una garanzia di benessere, per il presente ed il futuro.
Il nuovo Eldorado: oro a tonellate, miliardi di metri cubi di legname nelle foreste vergini, montagne di minerale di ferro, metalli preziosi, enormi fiumi che sembrano fatti apposta per far funzionare turbine.
La Siberia fornisce circa la metà del carbone, del gas naturale e del petrolio che si consumano in Unione Sovietica. In questa regione ogni cosa assume dimensioni smisurate, e lo stesso vale per i progetti che la riguardano.
Lungo i binari della BAM non si parla di fabbriche, di città e neppure di complessi industriali, bensì di complessi territoriali di produzione: vasti agglomerati dotati di centrali elettriche, miniere, officine automatizzate e centri urbani con servizi di ogni genere.
Per stendere 3000 chilometri di binari è stato necessario rimuovere circa 350 milioni di metri cubi di terra, scavare 30 chilometri di tunel, gettare oltre 2000 ponti e costruire 60 stazioni ferroviarie.
Ad est del lago Bajkal si estende la taiga, una terra di paludi e foreste di larici, abeti e betulle. Questa regione inospitale è solcata da fiumi: ed i tecnici della BAM sono stati costretti a costruire in media un ponte ogni 1500 metri.
La BAM attraversa sette catene di montagne, ed un deserto di sabbia largo 40 chilometri che non era mai stato rilevato da nessun cartografo.
Oltre 100.000 uomini avevano lavorato alla BAM quando venne portata a termine nell'ottobre 1984.
La Siberia non è soltanto una terra aspra, è anche una terra fragile. Gli scienziati sovietici dovettero raccomandare agli ingegneri ed ai tecnici della BAM il più assoluto rispetto dell'ambiente naturale.
La preocupazione immediata degli scienziati è puntata sul lago Bajkal; e proprio quì gli ecologisti, ed i fautori dell'industrializzazione si sono scontrati frontalmente.
Il lago Bajkal rappresenta sotto molti aspetti, una meraviglia della natura: lungo 635 chilometri, largo in media 40 chilometri, questo mare interno contiene un volume d'acqua superiore a quello del mar Baltico e produce un microclima relativamente temperato per la Siberia.
Minuscoli crostacei, detti epischura, provvedono alla sua leggendaria purezza, si nutrono di materiale organico con tale ingordigia da depurare l'acqua del lago più volte all'anno.
La città di Irkutsk è oggi la principale attrattiva nell'Asia Sovietica; un Hotel di dieci piani, con 530 posti letto, è stato costruito sul fiume Angara, di fronte alla stazione della Transiberiana, e gli aliscafi portano i turisti in giro per il lago.
Su una collina che domina il lago Bajkal, 40 chilometri ad est, un altro hotel può ospitare 170 visitatori.
Secondo quanto dice uno scrittore di Irkutsk: - il lago Bajkal sarà riservato al piacere dell'uomo ed a quello delle generazioni future -.
La Siberia desidera dare il benvenuto ai turisti, ma non vuole restarne vittima ecologica, ed i Sovietici si sforzano per mantenere questa promessa per le generazioni future.
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