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Parma La Gastronomica

Città di dilettanti, estroversa, che parla e vive sempre una nota sopra il rigo.
Città cortigiana che ama la buona tavola ed il vestire appropriato.
Questa è Parma citta aristocratica che onora con pari intelligenza le cose dello spirito e della materia.

In poche altre città si sente così frequentemente pronunciare la parola cultura, con sussiego dei dotti, e rimpianto degli ignoranti.
Con la sua grande tradizione tipografica, Parma vanta una media alta di abitante per copia di quotidiano, il doppio della media nazionale.
Ha uno dei giornali più antichi del paese, La Gazzetta di Parma, ed il club di loggionisti del Teattro Reggio più famoso e temuto d'Italia.

Accanto alla grande tradizione intellettuale della città stanno molti salumifici con una produzione di molti prosciutti l'anno e caseifici per il parmigiano-reggiano che sono il vanto della Food valley.
Si può dire che la città esalta i sensi del corpo: l'olfatto con la violetta di Parma, l'udito con le musiche di Verdi e Pizzetti, il gusto con i famosi prodotti alimentari, la vista con i dipinti del Correggio e le sculture dell'Antelami ed il tatto con le belle donne parmigiane.

la bellezza di Parma

La cultura quì è una sorta di alibi per una provincia che sa troppo di prosciutti e latticini.

Tutto ha inizio con Luisa Elisabetta, figlia di Luigi XV, che nel 1739 sposò Filippo di Borbone, duca di Parma.
Cresciuta a Versailles, portò sulle rive del Po usi, liturgie ed organizzazione della fastosa corte francese.
Don Ferdinando, figlio di Filippo, ebbe maestri francesi; e francesi furono gli architetti che lavorarono a Parma in quel tempo, francesi i pittori, i musicisti, i sarti, i librai.

Parma La Gastronomica

Nell'ottocento l'austriaca Maria Luisa d'Asburgo-Lorena, vedova non inconsolabile di Napoleone, ottenne dal Congresso di Vienna il ducato di Parma e portò nel granducato padano lo spirito e l'intelletto delle due corti, Vienna e Parigi.
Il suo regno ultratrentennale si distinse per la tolleranza politica, il mecenatismo per le arti ed una vita di corte all'insegna dell'edonismo e degli sfarzi.
In questa città di personaggi teatrali, la palma del protagonismo spetta ai loggionisti, che per acquistare il diritto di consacrare o di distruggere un cantante, fanno la fila per ore dvanti al Teatro Reggio.
Non è che, finita l'opera, tornino privati cittadini: loro restano loggionisti 24 ore su 24, così il melodramma continua al bar, nell'osteria.
Una volta alla settimana, in uno scantinato del centro, dominato da un busto di Verdi, si riunisce il club dei 27 che adorano il maestro come i sacerdoti dell'Aida.
Ognuno porta il nome di un opera verdiana, quindi c'è il sig Falstaff, il sig Nabucco, il sig Aida ecc; chiaramente ascoltano solo opere del Grande Maestro Giuseppe Verdi.
Il loro club è a numero chiuso: per esservi ammessi occorre aspettare il decesso di qualche Trovatore o Luisa Miller.
Nella Food Valley il suino è come la musica di Verdi, non c'è nulla da buttar via.
La nascita del prosciutto è un vero e prorio miracolo della natura che si dice dovuto all'aria pura dei luoghi di produzione, cioè la provincia di Parma.
Langhirano stà al prosciutto come il Teatro Reggio stà all'opera, i maestri prosciuttai sono non meno severi deiloggionisti del melodramma verdiano.
Il settore caseario contribuisce alla florida economia parmense con un alto fatturato, come pure l'industria delle conserve ed altri alimentari ormai famosi in tutto il mondo.
Questo colloca Parma nelle alte sfere della graduatoria italiana del reddito pro capite.
Fanno bel vedere i caffè intellettuali di Piazza Garibaldi, salotto mondano e palestra di idee, come la vita Movida delle vie contigue dove la gente di  Parma ha trasferito il bisogno di parlare, vedere, sentire , emularsi sibillando sorridenti malignità, lanciandosi occhiate equivalenti a radiografie.
Il popolo di Parma potrebbe essere chiamato l'Indoratore, perchè in questa città, a partire dal Sindaco fino all'ultimo cittadino, tutto va sempre bene.

Esistono moltissime problematiche come in tutte le altre città italiane, ma non troverete mai un parmigiano che lo riconosca.
Una cosa è certa: vivendo in una città così bella la gente parmigiana non ama la vita grigia, tutti amano il lusso e lo sfarzo anche sopra le possibilità.

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