Feci il mio ingresso ad Andorra percorrendo, attraverso alte montagne, una strada ingombra di neve.
Dopo circa mezz'ora sbuccai in una verde vallata inondata di sole dove il tabacco cresceva rigoglioso.
Ero diretto ad Andorra la Vella, la capitale in miniatura dello stato, dove grandi edifici moderni di vetro e di metallo contendono lo pazio ad antiche costruzioni dai tetti di ardesia.
Poco dopo il mio arrivo mi ero già imbattuto in una delle mille stranezze che caratterizzano Andorra: un uomo avvolto in una cappa di velluto nero, con un cappello a due punte, al volante di una enorme macchina americana.
E' il capo del governo che si reca ad una riunione del Consiglio.
Situata nel cuore dei Pirenei, con un'estensione di 464 chilometri quadrati, Andorra è grande un quinto del già piccoloLussemburgo.
Dalla cima più alta di Andorra, il Pla de l'Estany (2951metri), si abbraccia con lo sguardo l'intero paese che visto da lassù assomiglia un pò alla ruota, con le valli che formano i raggi ed i 65 picchi montuosi il cerchio.
Da queste montagne battute dai venti Andorra prende il suo nome, una parola celtica che significa "il vento più alto".
Tre fiumi impetuosi - i tre Valira - e numerosi corsi d'acqua confluiscono nelle valli ordinatamente coltivate mentre, sparsi quà e là fra le alture, luccicano come zaffiri 180 laghi.
Ancora più evidenti sono i paradossi economici, linguistici e politici.
Nel piccolo principato esistono circa 20.000 automobili, questo non impedisce ai pastori di continuare a condurre le loro greggi lungo gli antichi tratturi che passano per le strade di Andorra la Vella.
Questo paese, la cui Costituzione conserva ancora le forme fissate 700 anni fa dal diritto feudale, è anche l'unico dell'Europa che sia rimasto immune dagli effetti della crisi economica.
Il fenomeno della disoccupazione vi è sconosciuto ed il reddito pro-capite continua ad aumentare del 5% all'anno.
Andorra non è mai stato un paese ricco: non produce generi di prima necessità e la terra coltivabile è meno del 5%.
Unici prodotti sono il bestiame, il legname ed il tabacco.
Gli abitanti hanno sempre creduto nel principi del libero scambio e per secoli si sono dedicati con impegno alcontrabbando.
Il paquetaire ( contrabbandiere ) con il suo berretto grigio - che, evitando i doganieri francesi e spagnoli, vendeva bestiame nel nord e tabacco nel sud - è ancora un eroe del folklore locale.
Ora, con l'enorme afflusso di turisti, gli andorrani hanno scoperto che possono guadagnare di più se vendono i frutti del libero scambio ai visitatori entro i propri confini.
Oggi parecchi ex contrabandieri commerciano legalmente offrendo merci esenti da tasse doganali ed imposte varie.
Ad Andorra ho contato tanti negozi quante erano le case.
Andorra che solo ieri era poverissima, è diventata una vetrina della società dei consumi: la Hong Kong in miniatura dell'Europa. Benchè le tasse sulle importazioni siano i entità minima - solo il 3% - rappresentano da sole il 90% dellle entrate del paese. Gli uomini d'affari andorrani non pagano nè contributi speciali nè tasse sul reddito. Molti vorrebbero avere la cittadinanza andorrana, ma questa viene concessa con il contagocce: possono ottenerla solo i figli di persone nate nel principato. Nonostante le sue dimensioni, Andorra si rivela poco per volta.
La prima impressione del visitatore è che il paese non sia che uno scenario da operetta. Poi viene conquistato dalla bellezza dei suoi paesaggi.
Scoprirà le rocce di Bruixes con le incisioni che risalgono all'età della bronzo e la grotta Margineda dove gli uomini del neolitico tenevano i loro utensili.
Visiterà alcune delle 60 chiese romaniche, forse anche San Juan de Casellas, con gli splendidi affreschi del XII secolo.
Infine imparerà a conoscere la gente, orgogliosa ma ospitale.
Quando qualcuno vi apre la porta per accogliervi non dice "buon giorno" ma "questa è casa vostra".
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