Raul Bove mi piace 3037 giorni fa
Per iniziare questo posto, sono costretto a trascrivere le stesse parole con cui inizia l'articolo di Yahoo Notizie dal quale ho preso spunto.
"Stereotipi, luoghi comuni, contenuti e frasi offensive, razziste, islamofobiche e antisemite che difficilmente possono essere comprese e che raramente vengono evidenziate e spiegate nel modo corretto. E' il contenuto di alcune terzine della Divina Commedia che, secondo 'Gherush92', organizzazione di ricercatori e professionisti che gode dello status di consulente speciale con il Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite e che svolge progetti di educazione allo sviluppo, diritti umani, risoluzione dei conflitti, razzismo, antisemitismo, islamofobia, andrebbe eliminata dai programmi scolastici o, quanto meno, letta con le dovute accortezze."
Secondo Gherush92, quindi, la Divina Commedia è zeppa di contenuti offensivi che vengono insegnati senza alcun filtro che aiuti gli studenti a capire il contesto storico in cui è stata scritta, la formazione culturale dell'autore e il vero significato di tali frasi.
Si continua con l'affermazione che segue:
"Il personaggio e il termine Giuda e giudeo sono parte integrante della cultura cristiana: ''Giuda per antonomasia e' persona falsa, traditore (da Giuda, nome dell'apostolo che tradi' Gesu')''; ''giudeo e' termine comune dispregiativo secondo un antico pregiudizio antisemita che indica chi e' avido di denaro, usuraio, persona infida, traditore'' (De Mauro, Il dizionario della lingua italiana). Il significato negativo di giudeo e' esteso a tutto il popolo ebraico. Il Giuda dantesco e' la rappresentazione del Giuda dei Vangeli, fonte dell'antisemitismo."
Personalmente sono felice di aver studiato la Divina Commedia quando ero al liceo, su quel testo ho imparato la cultura e gli scenari politici dell'epoca di Dante e lo ritengo uno dei più completi documenti storici di quel periodo.
Prima di inoltrarmi nel testo, studiai il contesto storico in cui visse Dante, la guerra tra Guelfi e Ghibellini, la storia personale dell'autore e dei personaggi che si incontrano man mano che si va avanti con la lettura.
E' ovvio che Dante avesse collocato nei vari gironi del suo Inferno i personaggi che gli sono stati avversi in vita e coloro che hanno vissuto prima di lui e di cui non ha condiviso le azioni.
Viceversa i personaggi che si trovano in Purgatorio e Paradiso sono personalità che Dante riteneva illustri e degne di essere ben ricordate.
Dunque la collocazione dei vari personaggi non è da ricondurre al giudizio divino, ma al più contingente e terreno giudizio dell'autore, che era un uomo mortale, guidato dalle passioni e da ciò che egli riteneva giusto (e che può non risultare giusto per i canoni di oggi, ci voleva tanto a capirlo?)
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