Pochi giorni fa riportavo di come l'ONU avesse chiesto ufficialmente di vigilare sulla nomina dei membri dell'AGCOM, ieri Guido Scorza, de il Fatto Quotidiano, ha analizzato in maniera approfondita la situazione.
Una situazione ben strana, perchè di fronte ad associazioni di cittadini, imprese e movimenti politici, che, riuniti nella Open Media Coalition, chiedono al Governo di garantire la trasparenza nelle nomine, il Governo fa orecchie da mercante, finge di non sentire e non concede udienze.
Per quale motivo?
Prima di tutto per fini politici: nominare un presidente e quattro nuovi membri prima delle amministrative avrebbe potuto creare qualche "impasse" ai vari partiti in lotta per le elezioni comunali, meglio dunque non muovere un dito e lasciare la poltrona vacante finchè qualcuno non toglie le castagne dal fuoco.
Alla richiesta formale della Open Media Coalition, di avere accesso ai curricola dei candidati, Il Segretario Generale di Palazzo Chigi ha risposto quanto segue:
“…fatta salva ogni valutazione nel merito della medesima istanza [n.d.r. quella di accesso ai curricula ai candidati Presidenti firmata dalle associazioni aderenti ad Open Media Coalition] si comunica che l’incarico affidato al dr. Calabrò…verrà a scadere il prossimo 8 maggio 2012 e che, ad oggi, non risulta formalmente avviata la procedura di nomina in questione”. “Allo stato, pertanto” – conclude il Segretario Generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri – “per i sopra citati motivi, la suddetta istanza non può essere accolta”.
La lettera porta la data del 2 maggio ed è stata spedita il 4 maggio.
Ora, in tale data, su giornali e TV era già da tempo avviato il toto-nomine AGCOM, con candidati più o meno probabili e quotazioni già scritte. Possibile che il Segretario di Palazzo Chigi non ne sapesse nulla?
Deve essersi trattato di una svista, il pover'uomo avrà avuto talmente tanto da fare...e Governo e Parlamento altrettanto, da essersi fatto sfuggire che i nomi più probabili per la successione alla guida dell'AGCOM sono già di dominio pubblico da qualche settimana.
Tornando seri, questa è l'ennesima brutta figura di una casta che non vuole assolutamente si metta il naso nei suoi affari. Una consuetudine, ahimè, da troppo tempo acquisita e che spero finisca, presto, una volta per tutte.
Mi appello, perciò, alla stessa ONU, chiedendo che insista con la richiesta di vigilare sulle nomine e che metta davanti agli occhi di tutti gli affari loschi della nostra politica.
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