Un vasto, antico oceano di idrocarburi liquidi nell’emisfero sud di Titano, la principale luna di Saturno, è stato recentemente individuato dalla sonda Cassini.
Titano è l’unico luogo nel Sistema Solare, a parte la Terra, dove è possibile trovare liquidi in forma stabile sulla superficie. In questo caso idrocarburi, dato che la temperatura sulla superficie di questa luna è di circa -180 °C. Ma finora, depositi di idrocarburi erano stati osservati per la maggior parte nell’emisfero nord del satellite e da tempo ci si interrogava se fossero esistite in passato riserve analoghe nell’emisfero meridionale. Le immagini radar riprese dalla Cassini rispondono a questa domanda e rappresentano un interessante indizio per svelare la storia delle stagioni di Titano.
Questo mosaico di immagini radar ottenuta dalla sonda Cassini mostra un grande oceano(delineato dalla linea rossa), oggi quasi prosciugato, nell’emisfero meridionale di Titano. Finora gli idrocarburi liquidi erano stati avvistati soprattutto nella parte nord. Un importante indizio per comprendere le stagioni della più grande luna di Saturno. (NASA)
Le immagini usate per realizzare questo mosaico sono state ottenute dal luglio 2009 al gennaio 2010. La linea rossa traccia il confine appena visibile del vasto oceano oggi scomparso, le cui dimensioni dovevano essere di circa 475 x 280 km ed una profondità che molto probabilmente non superava una decina di metri.
Oggi, questa vasta distesa di liquido sembra essersi in gran parte prosciugata e aver dato vita a uno specchio di idrocarburi liquidi più piccolo. All’interno dell’area originale è infatti visibile la superficie liscia (in nero) del lago Ontario le cui dimensioni sono di 80 x 235 km, il più grande specchio di idrocarburi esistente al giorno d’oggi nell’emisfero sud.
La natura di questa immagine non è di facile interpretazione, non essendo una fotografia o una immagine nel visibile a cui il nostro occhio è abituato. Quella pubblicata è una immagine SAR (radar ad apertura sintetica), una tecnologia di osservazione attiva in banda X (lunghezza d’onda di 3 cm), molto usata nell’osservazione della Terra. I radar SAR hanno infatti la capacità di operare in ogni condizione meteorologica e di illuminazione, producendo dati ad alta risoluzione. Le immagini prodotte permettono tra le altre cose di valutare la rugosità del terreno: le zone più scure corrispondono a superfici lisce, come possono essere gli specchi di liquido, quelle via via più chiare sono progressivamente più rugose.
Le osservazioni radar della Cassini hanno permesso di definire che globalmente il liquido ricopre solo una piccola percentuale della luna, facendo di Titano un corpo planetario molto più secco della Terra. Le stesse osservazioni hanno anche permesso di identificare la localizzazione di queste aree su tutto il globo del satellite. Le regioni dei poli sono risultate molto più ricche di liquido. In particolare, l’emisfero nord costituisce la maggiore riserva di idrocarburi liquidi attualmente esistente su Titano, con un centinaio di piccoli laghi e tre “mari” più grandi. Nell’emisfero sud l’area ricoperta dai liquidi risulta nettamente inferiore.
Una realtà, questa, che, secondo le teorie, deve essere stata ben diversa in passato. Si ipotizza infatti che cicli di lungo periodo analoghi a quelli terrestri (vedi i cicli di Milankovic, dovuti alla variazione periodica della direzione dell’asse di rotazione, dell’eccentricità e della precessione dell’orbita terrestri) devono provocare ciclicamente su Titano trasferimenti di idrocarburi liquidi da un polo all’altro. Se è vero che oggi nelle regioni polari dell’emisfero nord è presente la maggior parte dei liquidi, la proporzione doveva essere inversa più di 50.000 anni fa, e il polo sud doveva essere ricoperto da vaste distese di idrocarburi del tutto analoghe a quella di cui oggi si è trovata evidenza.
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