Stavolta parliamo del mio Friuli, più precisamente alle porte di Udine, per raccontare l'ennesima storiella che ci da il metro qdi quale ordinaria follia sia insita nel sistema fiscale ordito dai governi italiani, da Prodi a Monti passando per Berlusconi.
La signora Federica ha gestito per 10 anni un’impresa artigiana nel settore del legno. Un bel giorno, decide di fondere la sua ditta con quella di suo marito, creando una nuova società. Tutto procede abbastanza regolarmente, nonostante lo Stato italiano sia suo socio di maggioranza. Un brutto giorno, però, bussa alle porte Equitalia, che consegna a Federica una busta con annessa cartella con sopra scritto che i pagamenti da lei effettuati non risultano regolari.
Bisogna tornare al 2006 per capire le ragioni di quella “contravvenzione”, quando ancora le deleghe per pagare gli F24 si portavano in banca per essere licenziate tramite cassa. Federica, contribuente perbene, ha regolarmente portato i suoi F24 (il suo e quello di suo marito) alla banca con cui lavora la ditta e il cassiere – che in quel momento era impegnato, succede – le ha detto di lasciare lì il tutto che le avrebbe “passate” non appena si liberava. Fatto sta che l’impiegato di banca ha sbrigato la pratica il mattino seguente. Morale della favola? Equitalia ha riscontrato che il suddito-contribuente ha versato l’obolo con un giorno di ritardo! Un giorno!
Ammissibile? Niente affatto, va bastonato!
Il pagamento riguardava l’Iva, i contributi Inps e Inail, per un totale di circa 7.500 euro, finiti regolarmente nelle saccocce del Fisco italiano, ma ventiquattro ore dopo la scadenza fissata, causa la leggerezza di un dipendente dell’Istituto di credito di fiducia con cui l’aziendina di Federica e suo marito lavorava. Conseguenza del misfatto criminale? La signora Federica s’è vista costretta a pagare un sovrapprezzo di 3.750 euro, suddiviso in 24 rate mensili da 156 euro cadauna. L’ultima la pagherà a metà giugno prossimo. Roba da usura della camorra !
Mi spiega la signora Federica: “Quello che mi fa più incavolare è la presunzione degli impiegati di Equitalia, che nemmeno di fronte alle giustificazioni hanno compreso la vicenda. Per la il vil volgo, questi signori sarebbero brava gente impegnata nel combattere l’evasione fiscale. La verità è che sono solo dei complici del sistema, perché sanno benissimo quello che stanno facendo, sanno benissimo che una multa così elevata per un giorno di ritardo è semplicemente indecente, soprattutto se si pensa che lo Stato paga le ditte che lavorano per lui con mesi e mesi di ritardo, quando va bene”.
Riassunto con morale: per l’Agenzia delle Entrate, un giorno di ritardo nel pagamento di un F24 corrisponde ad un reato sanabile solamente con un ulteriore salasso. A pensarci bene, mi vien da ridere quando leggo degli agli alti lai dei dipendenti di Equitalia, che si meravigliano se i contribuenti vanno agli sportelli leggermente incazzati con loro. Ha ragione Robert Anson Heinlein quando scrive: “Andateci piano con le bevande superalcoliche. Possono spingervi a sparare all’esattore delle tasse… e a mancarlo”.
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