La crisi economica continua inesorabilmente a mietere le sue vittime su tutto il territorio nazionale. Sono molte, infatti, le persone che versano in difficoltà a causa della perdita del lavoro, o dell’accumulo di debiti, o dell’imminente fallimento delle proprie attività. Ed in tutto ciò, i metodi a volte troppo insistenti delle agenzie di riscossione, non fanno altro che aggravare una situazione già di per sé molto delicata.
In meno di due mesi sono ben 8 i suicidi legati probabilmente a problemi economici. I suicidi sarebbero stati 10, se due tentativi non fossero stati fermati in tempo. Di seguito una riassuntiva elencazione.
· Salerno, 7 Luglio. Ha lasciato un biglietto ai familiari nel quale annunciava di volersi togliere la vita. L’imprenditore alle prese con problemi finanziari è stato salvato dalle Forze dell’Ordine.
· Subiaco, 16 Luglio. Riceve una cartella di Equitalia e si spara. La sua azienda era in crisi.
· Roma, 28 Luglio. Minaccia di gettarsi dal sesto piano di un palazzo in via dell’Amba Aradam, in zona San Giovanni.
· Salento, 9 Agosto. Disoccupato si suicida in un cimitero.
· Napoli, 12 Agosto. Le indagini sono ancora in corso, ma quella di Angelo Evangelista Coppola sembra essere l’ultimo di una lunga serie di morti volontarie causate dalla disperazione dovuta alla crisi economica.
· Teramo, 16 Agosto Crisi: imprenditore si suicida dentro la sua azienda
· Sesto San Giovanni (Milano), 10 agosto. Si toglie la vita lasciando una lettera dalla quale si evince che alla base del gesto ci sono gravi difficoltà economiche.
· Reggio Emilia, 22 Agosto. Un odontotecnico di 52 anni si suicida con un colpo di pistola al petto. L’uomo non è riuscito a sostenere la disperata ricerca di un lavoro.
· Genova, 30 Agosto. Suicida sul lavoro, temeva di perdere il posto.
· Pompei, 2 Settembre. È di un imprenditore il cadavere carbonizzato trovato in un auto. La polizia non esclude nessuna ipotesi: suicidio, delitto o incidente, ma l’imprenditore aveva seri problemi economici.
Di minore gravità, anche se rivestono comunque una grande importanza, sono le storie che raccontano di cartelle pazze, errori negli importi e debiti impossibili da pagare in tempi molto stretti. Di seguito alcuni esempi: A Torino un operaio riceve 17 cartelle di Equitalia, per una cifra complessiva di ben 680 mila euro. Un altro cittadino omette un centesimo all’Inps, ne paga 6615 di multa (succede a Rovigo). A Napoli, per un presunto ma ingiusto debito di 30 mila euro, Equitalia mette all’asta la prima casa di un contribuente. Un cittadino ha ricevuto una cartella esattoriale di 750 euro per una multa che due anni fa ammontava a 75 euro.
Insomma, sono molte le persone che denunciano situazioni di estrema difficoltà, che si sentono perseguitate dalle agenzie con cartelle esattoriali gonfiate, pignoramenti, fermi amministrativi.
Fin troppo spesso il sistema di interessi applicato, sia in termini di aggio che di anatocismo, rende impossibile al cittadino poter sanare la propria posizione.
Sono questi i motivi che hanno spinto il Codici ad avviare la campagna per la Petizione Popolare Nazionale per la Revisione del sistema di riscossione tributi che è stata presentata anche al Senato e affidata alla VI Commissione Finanza e Tesoro.
Per aderire alla petizione è possibile visitare il sito www.codici.org.
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