Sono partiti il 1 gennaio 2015 i controlli sulle false partite IVA con le norme previste dalla riforma del lavoro Fornero, la legge n. 92 del 2012.
La nuova riforma del lavoro ha indicato degli indici presuntivi la cui esistenza (di almeno due di essi) comporta la presunzione di stato lavorativo di subordinazione e quindi la falsa partita IVA, costringendo così il datore a trasformare il contratto di lavoro da falso autonomo in subordinato.
In particolare, ai sensi della legge n. 92/2012,i titolari di partita Iva si presumono collaboratori a progetto se:
o la collaborazione “fittizia” dura più di 8 mesi nell’arco di un anno;
o dal rapporto il collaboratore si ricava più dell’80% del corrispettivo verso un unico committente;
o il collaboratore possiede una postazione “fissa” presso il committente (in un certo senso il collaboratore dovrà avere la sua postazione fissa nell’ufficio, con la sua scrivania).
A fornire delucidazioni sui controlli per le false partite IVA è stata a suo tempo l’Inail, con la circolare n. 15/2013, con cui ha analizzato le novità della legge del lavoro Fornero. La partita Iva è un particolare strumento fiscale riservato, oltre che alle imprese, ai lavoratori autonomi ovvero a quei lavoratori che si obbligano a compiere verso un corrispettivo un ‘opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente. Nella circolare, l’INAIL fornisce chiarimenti in merito agli indizi presuntivi per cui:
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