A tanto la quantità di antibiotici utilizzata nel 2010 per gli animali da allevamento, ammonta a 63 mila tonnellate.Un valore che è destinato ad aumentare di almeno il 66% entro il 2030, addirittura raddoppiando in alcune zone, come Brasile, India, Sudafrica, Russia e Cina, con conseguenze devastanti per la diffusione delle resistenze agli antibiotici.
Gli esperti che si sono occupati dello studio canadese sui polli hanno allevato tre esemplari di razze diverse, una comune nel 1957, una nel 1978 e un'altra nel 2005, la più vicina ai giorni nostri. Tutti i polli sono stati nutriti nello stesso modo e non sono stati somministrati ormoni. Gli esperti sono giunti alla conclusione che i polli da carne di oggi sono più grandi rispetto al passato poiché vengono nutriti proprio a tale scopo. O meglio, "ipernutriti".
L’allarme contro l’uso indiscriminato degli antibiotici – in questo caso, negli allevamenti, non solo per combattere le infezioni ma anche come promotori della crescita – arriva da uno studio pubblicato su Pnas, che ha realizzato una mappa globale del consumo di antibiotici per l’allevamento di mucche, polli e maiali.
Nella loro ricerca i ricercatori guidati da Ramanan Laxminarayan della Princeton University hanno sviluppato dei modelli per stimare i consumi attuali di antibiotici e quelli futuri, combinando dati relativi alle spese per antibiotici per uso animale (per esempio, negli Usa, alla spesa totale di tutti gli antibiotici quella per gli animali contribuisce per l’80%) con quelli sulla diffusione degli allevamenti, prestando attenzione a quelli intensivi, riferisce il NewScientist (non senza difficoltà nel raccogliere i dati, non disponibili per tutti). A guidare la lista dei paesi che consumano più antibiotici, spiegano i ricercatori, sono quindi risultati la Cina e gli Usa, ma anche la Germania si distingue per l’Europa.
L’utilizzo diffuso di antibiotici è un pericolo per l’aumento della resistenza a questi farmaci (di quel che ci attenderebbe in un mondo senza antibiotici efficaci ve ne abbiamo parlato qui). L’incremento dell’uso dei medicinali contribuisce a selezionare infatti i ceppi batterici resistenti, e le resistenze agli antibiotici si diffondono attraverso la catena alimentare e nell’essere umano ponendo significativi problemi per la salute pubblica (tanto che anche alcuni big dell’alimentazione, divenuti sensibili al problema, avrebbero cominciato a promuovere la distribuzione di carni antibiotic-free nei loro ristoranti). Sopratutto considerando che, al di là delle politiche locali e delle divergenze di utilizzo, i batteri non conoscono barriere (e così le resistenze) e possono viaggiare ovunque.
L’aumento atteso per i prossimi anni è soprattutto dovuto ad un aumento delle domanda di proteine animali, e quindi all’incremento nel consumo di carne, ma anche alla crescita degli allevamenti intensivi (dove l’utilizzo di antimicrobici è promosso anche a scopo profilattico). Cambiamenti che mettono sieramente a rischio la conquista degli antibiotici, una delle più grandi rivoluzioni nella storia della medicina. Affrontare il problema dell’aumento delle antibiotico-resistenze significa anche conoscerne in dettaglio l’utilizzo, cosa che ha cercato di fare questo studio.
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