Un Bonsai, oggetto d'arte vivente, è una creazione artistica eseguita con senso estetico e destrezza, che cerca di tarre dalla bellezza naturale di una pianta tutto il suo fulgore.
L'artista creatore di Bonsai, pianta il suo soggetto in un piccolo contenitore e cerca di riprodurre i caratteri di un vecchio albero montano o la maestosità di uno più grande della pianura.
Cinque punti essenziali devono essere presi in considerazione per ottenere dal bonsai tutta la sua bellezza.
1. LO SVILUPPO DELLE RADICI
Le radici devono disporsi uniformemente in tutte le direzioni perchè facciano una forte presa col suolo.
2. IL TRONCO
I tronchi, che da una base solida, vanno assotigliandosi elegantemente, sono i più apprezzati. Un Bonsai dall'apparenza piuttosto vecchia è preferibile a quello che l'abbia giovane.
Un particolare valore sono i tronchi la cui corteccia è leggermente logora e che, attraverso le screpolature, mette a nudo il legno sottostante, dando l'impressione che l'albero abbia sulle spalle qualche centinaio d'anni. Questi tipi vanno sotto il nome di saba-miki e shari-miki.
3. I RAMI
Per la formazione della chioma la miglior disposizione da dare ai rami è quella in cui i più grossi si espandono verso i lati ed i più piccoli verso la parte frontale e posteriore. Perchè il lavoro riesca bene, è desiderabile poter disporre di rami grossi, sottili, lunghi e corti
4. LE FOGLIE
Le foglie devono essere piccole, folte e movimentate. L'Himesho o il yatsubusasho, che vuol dire bonsai dalle foglie piccole e folte, è di gran valore.
5. LA CIMA
La cima, cioè la porzione più alta dell'albero, deve mostrare forte vitalità, in quanto è considerata simbolo di vita. Quei Bonsai che presentano una cima spezzata od incidentalmente tagliata, non hanno pregio. Se però ha assunto l'aspetto scheletrico a seguito di naturale avvizzimento, dopo una linga vita, la piantina è altamente apprezzata in quanto esso è ritenuto un triste tocco di naturale austerità.
Questo tipo di cima va sotto il nome di jin o divinità.
CREARE UN BONSAI
E' veramente delizioso osservare ed apprezzare un Bonsai che ha raggiunto il suo aspetto definitivo; ritengo però che il piacere maggiore si provi nel crearlo da se stessi. Allevare artisticamente le piante e plasmarle in alberi nani è fonte di grande soddisfazione. E' alla portata di tutti, serve solo qualche nozione dell'arte Bonsai.
Si dice che un principiante non potrà allevare un albero di qualità, io credo che ciò che crei è il più bello esistente. Il bello di quest'arte è amare la natura e sentirla presente.
Vi sono vari metodi per ottenere un Bonsai:
Si parte da una pianta presa da un ambiente naturale o yamadori, per
- margotta o toriki;
- separando le radici o kabuwake;
- per talea o sasiki;
- per innesto o tsugiki;
- usando il seme o misho;
- partendo da una pianta o da un albero allevato in vivaio.
YAMADORI- Come allevare una pianta presa da un ambiente naturale.
Molto spesso andando in montagna capita di incontrare un albero che vi colpisce subito per la sua forma, grandezza e qualità. In genere gli alberi più adattabili sono le conifere perchè più semplici da curare e da formare in un vaso piccolo.
Le piante raccolte in natura sono dette araki, ed un ottimo araki deve avere determinate caratteristiche per conseguire buoni risultati.
La conformazioe dovrebbe essere tale da consentire un conveniente trapianto in vaso. Esso è un albero nano in vaso, appositamente educato a questo fine.
Bisogna raggiungere una forma piccola, ma compatta.
La pianta deve avere radici forti. L'albero deve possedere foglie piccole, folte e distribuite omogeneamente. La dislocazione dei rami deve essere movimentata onde la chioma assuma un aspetto imponente ed attraente. La pianta deve possedere suffucente vitalità che assicuri una crescita normale e non dia preoccupazioni. Non deve elevarsi troppo in altezza; una statura naneggiante, ma piena di forza vitale, rappresenta l'ottimo.
La stagione miglore per scegliere l'araki è quello che precede il risveglio primaverile.
Le radici in quest'epoca, dopo la stasi invernale, trasportate in vaso, non subiscono danni, attecchiscono meglio e riprendono a vegetare con vigore. Il periodo più adatto per il sistema yamadori cade fra gli ultimi di febbraio e la metà di marzo. Nelle alte e fredde montagne si sposta da aprile a maggio.
Dopo aver deciso la pianta da prelevare, si dovranno togliere le erbe che vi crescono intorno. Un attento esame dell'albero per deciderne la sua forma futura e quindi si taglieranni o si accorceranno i rami considerati inutili o troppo lunghi.
Per prelevarla dal terreno, se la pianta ha un tronco di 5-6 cm alla base, disegnate intorno alla pianta un cerchio del diametro di 10-15 cm. A questo punto fate un solco a forma di tazza ed alla fine otterrete il vostro Bonsai.
Ricordatevi di asportare tutto il pane di terra attorno alle radici, di avvolgerlo con muschio e portarlo delicatamente a casa.
Fate molta attenzione quando tagliate le radici, e specialmente il fittone. Queste devono essere tagliate obliquamente e decisamente con una forbice da potatura.
E' molto importante avvolgere il pane di terra e muschio con un giornale per coprire le radici dall'esposizione alla luce, non pressare il pane di terra e mantenerlo umido.
Arrivato a casa ponete la pianta in un vaso o di legno, o di terracotta, mai di porcellana.
Per facilitare il drenaggio, partendo dal basso del vaso, il primo strato di terra nel vaso dovrà essere di terra drenante, per esemppio anche i granuli di laterlite. Il secondo da materiale terroso pulito di granulometria grossolana. Il terzo di materiale terroso più fine. Il vaso deve avere un foro drenante alla base.
La terra non deve contenere eccessiva quantità di fertilizzanti; deve però risultare esente da insetti e da batteri nocivi.
Questo araki deve essere protetto dal sole, che può solo riscaldare il terreno. Deve essere inoltre protetto dal vento. Non dimenticarsi di innafiare la terra. E buona regola di usare come metro la fuoriuscita di acqua dal foro drenante. Questo per non lasciare mai le radici al secco. Seguendo queste prescrizioni nel giro di un mese si formeranno nuovi germogli, segno sicuro che l'albero ha attecchito. Anche le foglie, ogni tanto, devono essere spruzzate con acqua e questa operazione si chiama hamizu.
Fin tanto che la pianta non ha consolidati i suoi germogli, non bisogna usare fertilizzanti, dopo si può fertilizzare senza esagerazioni.
Un bonsai è una struttura artistica quindi ci sarà anche un senso dei rami. I rami che si sviluppano di lato sono rami che devono essere lunghi e folti di fogliame. Quelli di fronte e dietro invece devono essere corti. Quindi appena l'albero avrà attecchito bisogna pevedere cosa si vuole ottenere dai nuovi germogli. Se questi sono di fronte o dietro ed hanno eccessivo vigore si devono recidere alla base con le unghie. Due o tre settimane più tardi nuovi germogli ( da 1 a 3 ) si origineranno vicino a quelli spuntati, ma non si allungheranno. Acceneranno invece a consolidarsi.
Da quanto si è detto risulta chiaro che, di solito, ci vogliono due o tre anni prima che la pianta, prelevata da un ambiete esterno, si trasformi in un Bonsai di apprezzabile qualità.
Un bonsai può facilmente morire per svariati motivi, ma essendo una creatura vostra diventerà sempre più rigogliosa ed imponente a seconda dell'amore che gli date.
AMARE UN BONSAI E' COME AMARE UN FIGLIO, E' PER SEMPRE.
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