Dolore cronico e ruolo della neuromodulazione. Sul sito marcofilippini.it, nato per contribuire con informazioni, lavori clinici aggiornati, interviste a leader di opinione e le ricerche più recenti, al raggiungimento degli standard medi europei in fatto di terapia del dolore, l’esperienza di Marco Filippini a difesa del malato. Da OK salute di Marzo 2013.
La neuromodulazione promette di eliminare il dolore cronico e viene eseguita in alcuni centri in tutta Italia. Il neurochirurgo innesta alcuni elettrodi sulla dura madre (generalmente da 2 a 35 ), il rivestimento esterno del midollo spinale, collegandoli fra loro con un filo di titanio.
Questi elettrodi ricevono da un pacemaker inserito sotto la pelle (in genere, nella regione glutea o addominale) una serie di deboli correnti, che attivano particolari fibre nervose (chiamate non nocicettive), in grado di coprire, fino a cancellarli, gli impulsi del dolore condotti da altre fibre nervose (nocicettive).
Tramite una sorta di telecomando, il paziente può attivare il pacemaker e variare l’intensità e la frequenza degli impulsi.
Dopo nove anni circa, bisogna sostituire le batterie del dispositivo con un nuovo piccolo intervento.
Questo trattamento va riservato ai pazienti con dolore cronico h 24 e indomabile con i farmaci.
OK salute Marzo 2013
FONTE: marcofilippini.it
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