Strani segnali rilevati da uno degli esperimenti condotti al Cern potrebbero essere le prime 'mine' capaci di far vacillare l'attuale teoria di riferimento della fisica, il Modello Standard. È ancora presto per parlare di una vera e propria scoperta, ma i dati ottenuti nell'acceleratore più grande del mondo, il Large Hadron Collider (Lhc), con l'esperimento LHCb, dal 2011 al 2014 guidato dall'italiano Pierluigi Campana, potrebbe essere il primo assaggio della cosiddetta 'nuova fisica'.
Se confermati, i dati pubblicati sulla rivista Physical Review Letters potrebbero rivoluzionare la fisica delle particelle. “L'esperimento LHCb ha rilevato negli anni alcune anomalie, qualcosa che non 'torna' all'interno del Modello Standard”, ha osservato Campana, oggi direttore dei Laboratori dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) di Frascati.
Si tratta di 'imperfezioni', particelle che si comportano in modo diverso da quello previsto dalla teoria. Le prime anomalie di questo tipo erano state evidenziate già nel 2013 e dati più recenti ne hanno fatte emergere di nuove.
La più recente è la scoperta di una 'preferenza' dei mesoni B, 'parenti grassi' del protone, nel trasformarsi spontaneamente (decadere) in leptoni tau piuttosto che in muoni. Una tendenza apparentemente insignificante ma che, se venisse confermata, potrebbe rivoluzionare il Modello Standard.
“Sarebbe una scoperta più importante di quella del bosone di Higgs'', ha rilevato Campana. ''Potrebbe essere, per i fisici, qualcosa di analogo, alla scoperta dell'America”. Per ora si tratta comunque di flebili tracce non confermate pienamente. La seconda fase di attività dell'acceleratore Lhc, che ha ripreso a lavorare ad un'energia maggiore dopo 2 anni di pausa, potrebbe portare nuovi dati significativi.
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