1 – Vogliamo attirare gli investenti in aziende italiane ma aumentiamo le tasse.
A parole diciamo di volere attrarre gli investitori italiani e esteri, ma poi aumentiamo le tasse, soprattutto continuiamo ad aumentare le tasse che gravano su chi vuole investire in borsa. Ad esempio, gli unici in Europa che hanno la Tobin Tax siamo noi e la Francia, i due paesi Europei che continuano a deludere le aspettative di crescita.
L’ultima tassa sugli investimenti che si sta inventando il governo italiano, è il raddoppio della Tobin Tax. Un ulteriore regalo inaspettato ai mercati azionari concorrerti.
I danni che produce questa tassa sull’economia italiana, sono molto superiori al suo gettito, la Tobin Tax potrebbe avere senso solo se fosse applicata da tutti, applicarla e inasprirla solo in Italia è un atto di puro masochismo, un regalo ai mercati nostri concorrenti.
Visto che la Tobin Tax contribuisce a far scappare altrove gli investimenti, il governo la vorrebbe raddoppiare! Forse lo fa per raggiungere o mantenere il primato del più piccolo e asfittico mercato azionario Europeo rispetto al PIL.
Nei mercati azionari regolamentati, nel 2016, vogliono portare la Tobin Tax dallo 0,1%, per ogni operazione di acquisto e vendita overnight, allo 0,2%. Nei mercati non regolamentati la vogliano portare allo 0,4%.
Come fa il governo a non capire che i mercati azionari sono in concorrenza l’uno con l’altro? Nessuno al governo si domanda come mai la Tobin Tax gli altri stati non la mettano?
2 – Prepensionamenti per creare occupazione.
Non sono serviti decenni di prepensionamenti per capire che mandare in pensione le persone prima non crea occupazione.
Per pagare le pensioni di queste nuove pensioni servono maggiori contributi o tasse, questo non fa che deprimere l’economia e disincentivare gli investimenti in Italia.
Ancora non lo abbiamo capito? Pare proprio di no. Il costo del sistema pensionistico italiano è già tra i più alti, questo grava sulla crescita e sulle prospettive occupazionali.
3 – Non si riducono le tasse sul lavoro.
Lo sanno tutti che la priorità sarebbe il ridurre il carico fiscale sul lavoro ma il governo, per un miope calcolo elettorale punta su altro. Non riduce le tasse sul lavoro per ridurre le tasse sugli immobili o per fare i prepensionamenti.
Puntiamo sulla casa per creare lavoro? Non sanno che in Italia oltre l’80% dei cittadini ha almeno una casa di proprietà? Senza guadagnare a sufficienza è difficile comprare una casa.
Conclusioni
Vogliamo continuare a domandarci perché, anno dopo anno, siamo sempre un paese ad alta disoccupazione e con una crescita del PIL da prefisso telefonico?
Più tasse su chi finanzia le imprese e più tasse sul lavoro non possono che bloccare la crescita e l’occupazione. I tassi di interesse bassi e il petrolio a basso costo prima o poi finiranno.
Noi puntiamo sulla casa e sui prepensionamenti per creare lavoro. Continuare a fare gli stessi errori, facendo finta di cambiare tutto, aiuterà solo i nostri concorrenti.
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