Le banche italiane a seguito della crisi iniziata nel 2007 negli USA (i mutui sub-prime sono la versione USA degli NPL) e al disastro economico che ne è seguito, hanno accumulato secondo alcune stime delle associazioni di tutela circa 350 miliardi di € di NPL (altri dicono 300, stiamo li, cifre da capogiro). Formalmente di tratta di prestiti concessi alla clientela e non rimborsati, quindi formalmente secondo il lessico dei banchieri “in sofferenza”, non ancora iscritti a bilancio come “perdite”: una sorta di limbo. Le banche italiane tendono a ritardare la vendita (cartolarizzazione) di questi crediti per spuntare nel tempo prezzi migliori, ma la Ue ora impone di cederli a “170”. Sarebbe che 1.000 € di crediti vantati verso un debitore insolvente vengono venduti a 170 € a una società finanziaria SVC (Società Veicolo Cartolarizzazione) e quindi iscrivendo a bilancio “perdite” per 830€, l’83%.
A queste condizioni su un monte crediti in sofferenza diciamo di 300 miliardi di euro il complesso della banche italiane dovrà iscrivere a bilancio perdite per 250 miliardi. A questo punto la Ue tuonerà che sono fuori “i parametri”, ordinerà una “ricapitalizzazione” e il prossimo governo, quale che sarà, dovrà fare altri “salvataggi” a carico dei contribuenti tali e quali a quelli già fatti. Lasciamo le banche (e noi contribuenti) al triste destino e vediamo la questione dei “Banchieri Antifascisti” che interessa soprattutto i giovani e i loro eventuali figli e nipoti, giovani che magari nel 1993 non erano ancora nati e quelli che da loro discenderanno, perché i genitori travolti dalla crisi iniziata nel 2007 e divenuti “insolventi” gli trasmettono inconsapevolmente una lebbra ereditaria.
Cominciamo col dire che a quanto è possibile appurare l’ultimo paese ad abolire l’ereditarietà del debito è stato Pancho Villa con la Rivoluzione Messicana del 1912. Non esisteva nell’antica Grecia, nell’antica Roma, nel diritto Longobardo, fra gli antichi Ebrei… ma la II Repubblica non poteva mancare di ripristinarlo: come?
Il primo Banchiere Antifascista: Ciampi.
Il primo atto è del governo Ciampi che nel 1993 abolisce la Legge Bancaria del 1936 sostituendola con la legge 387/1993 dove per otto volte c’è scritto che i banchieri sono “onorabili” e sulla loro onorabilità vigila la Banca d’Italia. In conseguenza di questa “onorabilità” quando una banca deve esigere un credito non deve più portare al Magistrato “la prova scritta”, ma solo un estratto conto firmato da un funzionario di banca (art. 50) e in base a questo ottiene un provvedimento “provvisoriamente esecutivo”. In sostanza prima ti depredo di tutto (casa, azienda, risparmi et.) poi se ho sbagliato a fare i conti, ci ho messo spese e addebiti non dovuti, ho applicato interessi usurai etc, insomma se la somma “è falsa”, fammi causa. Una causa decennale al Tribunale Civile, non Penale. Perché la legge “fascista” del 1936 obbligando alla prova scritta se poi questa somma era falsamente formata, diventava un falso in atto pubblico e si finiva in galera. E qui vediamo come l’antifascismo dei banchieri inizia a dispiegare le sue ali già 24 anni fa: mette il cittadino alla mercé delle banche.
L’altro elemento fondamentale dei “banchieri onorabili” è che mentre con la legge del 1936 (fascista!) le banche potevano usare e soldi dei depositi solo per finanziare imprese, cittadini e opere pubbliche, con la nuova legge di Ciampi possono investire in “titoli”, a dire azioni, obbligazioni, “prodotti finanziari” etc. Comincia la “Finanza” e si ritorna alla situazione ante crisi planetaria del 1929.
Le banche fasciste
Occorre ricordare che dopo il 1922 il Fascismo trovò una situazione finanziaria peggiore di quella di oggi lasciata dai governi “Liberali”.
Rapporto debito pubblico/PIL al 160% (oggi è arrivato al 130%), debito di guerra principalmente con gli USA, grandi aziende e banche in dissesto e praticamente fallite, prima voce di esborso valutario per l’importazione di granaglie da USA e URSS, disoccupazione alle stelle e la Gran Bretagna che ritorna alla “parità aurea” della sterlina (Gold Standard Exange) e quindi il valore della Lira che arretra fino a 150 Lire per Sterlina.
Con notevoli sacrifici si porta anche la Lira al Gold Standard (Quota 90), questo permette di sistemare il debito di guerra con gli USA (scadenzato in 65 anni con interessi massimi del 2%, raggiungibili però solo dopo i primi 50 anni di versamenti), questo a sua volta permette di investire nella riforma del settore agricolo (le bonifiche, 13 nuove città e 64 Borghi rurali) e raggiungere l’autosufficienza alimentare. Banche e grandi imprese vengono salvate (le 6 BIN o Banche di Interesse Nazionale acquisite al Tesoro, le imprese all’IRI), si modernizza in opere, istituti e infrastrutture, finisce l’emigrazione… ma interviene la crisi finanziaria del 1929 (che negli USA fa fallire circa 15.000 banche) per cui con la Legge Bancaria del 1936 si regola definitivamente il settore impedendo ogni commistione fra Banche e Finanza. Nel 1939 il rapporto debito/PIL è ormai sceso dal 160% al 70%, meglio della Germania oggi.
Il Codice Civile del 1942
Ma la “Legge di Ciampi” seppur consente fin dal 1993 alle Banche di “investire” in Finanza trova un ostacolo nel Codice Civile del 1942 (Fascista!) laddove vieta (art. dal 2410 al 2420) l’emissione di titoli finanziari negoziabili senza copertura iscritta a bilancio. Ancora una volta il Fascismo tarpa le ali ai banchieri antifascisti, infatti obbliga che i titoli finanziari emessi da chiunque abbiano la copertura e quindi al momento in cui vanno a scadenza ci siano i soldi per ripagarli, altrimenti si va in galera. Come fare per non ripagarli, si domandano i Finanzieri Antifascisti? Stavolta invece che il “governo tecnico” di Ciampi ci pensa il governo dell’Ulivo con D’Alema, legge 130/1999 delle “Cartolarizzazioni” che all’Art. 5 (Titoli emessi a fronte dei crediti acquistati) recita:
1. Ai titoli emessi dalla società cessionaria o dalla società emittente titoli, per finanziare l’acquisto dei crediti, si applicano gli articoli 129 e 143 del testo unico bancario.
2. Alle emissioni dei titoli non si applicano il divieto di raccolta di risparmio tra il pubblico previsto dall’articolo 11, comma 2, del testo unico bancario, né i limiti quantitativi alla raccolta prescritti dalla normativa vigente; non trovano altresì applicazione gli articoli da 2410 a 2420 del codice civile.
Significa quello che avete letto: una SVC (Società Veicolo di Cartolarizzazione) può “raccogliere risparmio fra il pubblico” (quelli che ora piangono per i mancati rimborsi), non ha “limiti quantitativi” in questa raccolta, e può emettere questi titoli senza avere la copertura.
E’ vero che chiunque facesse emissioni del genere ancora andrebbe in galera per via del Codice Civile fascista ancora in vigore, ma si trova l’escamotage: è consentito alle SVC iscritte in un apposito elenco tenuto da Bankitalia, per cui lo sprovveduto risparmiatore/investitore potrebbe pensare chissà quale solidità finanziaria richieda Bankitalia per essere ammessi all’elenco! Macchè! Va bene anche una srl a socio unico con 10.000€ di capitale sociale, che emette titoli “senza limiti” e “senza copertura iscritta a bilancio”. Magari per 100 milioni di euro che “garantisce” coi 10.000 di capitale sociale. Al momento del rimborso la SVC fallisce “perché non ha la copertura finanziaria per rimborsare” e chi si è visto si è visto.
Per chi non ci crede a questo link trova da scaricare l’elenco aggiornato delle SVC tenuto da Bankitalia (alla voce “consultazione elenco”). Oppure per comodità a questo link trovate il file aggiornato al 2015 già in formato xls (www.seeninside.net/bankster/elenco_svc_2015.xls). Ci trovate anche le società che via via vanno in liquidazione, e se avete “investito in titoli” anche indirettamente emesse da queste (c’è il gioco delle scatole cinesi) sapete quel che vi aspetta. Basta fare una ricerca su google inserendo “nome SVC”, “cartolarizzazione” e “gazzetta ufficiale” e potrete verificare che sono quasi tutte delle srl con 10.000€ di capitale sociale.
Si potrebbe anche obiettare che l’art. 5 del D.Lgs 130/1999 è palesemente anticostituzionale: alcuni (tutti noi) devono rispettare gli art. dal 20410 al 2420 del Codice Civile. Altre, le SVC iscritte all’elenco, no. E’ incredibile che Insigni Giuristi non abbiano visto, non abbiano parlato, abbiano tenuto la testa china…L’ultima considerazione è una curiosità: su oltre 473 SVC iscritte all’elenco di Bankitalia ben 176 hanno sede legale al medesimo posto: Via Vittorio Alfieri 1 Conegliano Veneto, che diventa così una piazza finanziaria degna della City di Londra o di Wall Street.
La “Leva Finanziaria”, ovvero il business.
Quindi ricapitolando:
– una banca vende crediti deteriorati NPL ad esempio di valore nominale 100 milioni di € a una SVC per 17 milioni di € (ce lo chiede l’Europa!)
– la SCV per pagare i 17 milioni emette titoli negoziabili, ma con quale “leva finanziaria”? Poniamo “5” (sono cose segrete, in USA arrivarono a “50”) e quindi emette “titoli derivati” dal valore sottostante dei NPL per poniamo 85 milioni di €. E se li vende. E qui sta il vero business: non tiro fuori un euro, emetto Titoli, incasso molti euro, poi chiudo la bottega. A chi li vendo questi Titoli? Magari alla stessa banca, magari anche ad altre banche, magari poi queste li rivendono ai loro correntisti… un pollo bisogna pur trovarlo.
E’ ovvio che questi Titoli non valgono niente: il loro valore dipende da crediti già in sofferenza, inesigibili, “derivano” direttamente da insolvenze e fallimenti, ma tanto poi al momento del rimborso la srl a socio unico fallisce, se ne costituisce un’altra, si richiede una nuova iscrizione all’elenco di Bankitalia (che garantisce i requisiti di onorabilità) e il gioco ricomincia.
A questo punto potremmo dire che i “Banchieri Antifascisti” potrebbero essere contenti di aver eliminato le “leggi fasciste”! Ma non basta, ora dobbiamo affrontare quello che più ci preme: salvare figli e nipoti (e pronipoti…) dalle grinfie di questi Antifascisti tutti ammantati di Democrazia e Liberalismo, molto più pericolosi di quelli che attualmente se la prendono coi portachiavi, le bottiglie e i bagnini.
Banchieri Antifascisti: la “comunicazione semplificata”
Abbiamo visto come con la Legge di Ciampi (art. 50) il cittadino o impresa sia stato messo all’impotenza di fronte a una banca, e ora vediamo come la Legge dell’Ulivo (governo D’Alema, 1999) sia messo nell’impotenza di fronte alle cartolarizzazioni e possa essere venduto sulle piazze finanziarie internazionali come un capo di bestiame (o, se si preferisce, come uno schiavo africano ai tempi di Re Giorgio).
Se con la Legge di Ciampi il cittadino/impresa non può opporsi a un pignoramento su un credito falsamente formato e deve subire un decreto ingiuntivo “provvisoriamente esecutivo” (poi, fammi causa…) potrebbe opporsi, sempre grazie al Codice Civile del 1942 (Fascista!) quando questa somma falsamente formata (addebiti non dovuti, tassi usurai etc) viene venduta (cartolarizzata) a un terzo. Infatti il Codice Civile fascista imponeva che le cartolarizzazioni venissero notificate al debitore ceduto tramite Ufficiale Giudiziario, per cui il debitore ceduto se vedeva una somma maggiore di quella dovuta (io ti devo 1.000, tu mi ti stai vendendo a 3.000) faceva “opposizione” entro 30gg dalla notifica e la cartolarizzazione non aveva luogo.
Per superare questo scoglio che tarpava le ali ai cultori dell’Antifascismo si sono inventati, sempre con la Legge dell’Ulivo 130/1999 la “comunicazione semplificata”, a dire che anziché con l’Ufficiale Giudiziario la cessione dei crediti è “comunicata” attraverso la pubblicazione di una inserzione sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale che esce tutti i giorni e costa dai 20 ai 30€, dove però solo raramente è pubblicato il nome o la ragione sociale del debitore ceduto, quasi sempre i debitori ceduti sono indicati da un numero (stile Auschwitz) o più genericamente ancora da “cessione di crediti in blocco” dal soggetto A al soggetto B.
Questo mette il debitore ceduto nell’impossibilità di sapere che è stato ceduto, e quindi di esercitare il suo diritto ad opporsi alla cessione. Potete fare la stessa ricerca su Google suggerita prima e verificare. E’ ovvio che un cittadino debitore presso la Banca A non sarebbe contento di sapere che per una cifra falsamente formata viene inoltre ceduto alla Mafia Russa, alla Yakuza Giapponese o agli Squali di Wall Street, ma anche in questo caso l’Antifascismo ha saputo evitare i vincoli messi dalle Leggi Fasciste, sempre in nome della Democrazia e del Liberalismo. Un capolavoro.
Banchieri Antifascisti: come ti schiavizzo figli, nipoti e pronipoti.
Ora veniamo all’aspetto più sordido, figli nipoti e pronipoti, l’ereditarietà del debito già abolita infine da Pancho Villa ed Emiliano Zapata nel 1912. Ma per la legge italiana se erediti anche solo un bicchiere dal defunto erediti anche i debiti del defunto. E una volta che sei stato cartolarizzato la SVC può rivendersi i crediti ancora a un altro, e ancora infinite volte anche all’estero, e senza neanche dover pubblicare sul foglio inserzioni della Gazzetta Ufficiale, e quindi ancora non potete sapere che siete stati ceduti, e ogni cessione, anche all’estero, comporta l’interruzione dei termini di prescrizione del debito, per cui lo mantenete all’infinito voi, e i vostri ignari discendenti che se lo caricano attraverso “l’eredità”. Per evitarlo dovrebbero fare la “rinuncia all’eredità” ma se non lo sanno non lo faranno e magari dopo dieci, venti o trent’anni si ritroveranno con Mafia, Yakuza e Squali che li vengono a depredare. E quindi faranno inconsapevolmente da “debitori” fino a quando da una qualche banca dati emergerà che “hanno da perdere” e gli si presenteranno alla porta. E questo senza mezzi termini si chiama “riduzione in schiavitù o in servitù” art. 600 C.P. (e anche questo, dobbiamo dire, è un articolo del Codice Rocco, il codice penale fascista, R.D. 19 ottobre 1930, n.1398)
Governo antifascista: Equitalia
In questa vera e propria “Macchina Infernale” l’attuale governo con la Legge di Bilancio sta per gettare anche chi ha pendenze con Equitalia, l’articolista de Il Fatto Quotidiano lamenta la cosa ma senza sapere cosa comporterà la cartolarizzazione dei crediti di Equitalia, a Palazzo invece lo sanno bene perché la Macchina Infernale è concepita proprio a Palazzo. Se i crediti vantati da Equitalia sono 5-600 miliardi, cederli a 4 miliardi (circa lo 0,5%) non è certamente per alleviare il peso del debito pubblico quanto per dare in pasto alle SVC milioni di italiani con tutto quello che poi comporta e che fin qui abbiamo visto: svendono anche la discendenza dopo aver fatto depredare gli adulti mettendoli alla mercè di Mafie straniere, Yakuza e Squali vari: un “bisiniss” alimentato dalle disgrazie causate dalla crisi ormai decennale e della quale si vuole pagar pegno a chi la ha causata.
Se “lo Stato” trova profittevole cartolarizzare 600 miliardi di crediti per soli 4 miliardi perdendoci il 99,5%, tanto varrebbe rivenderli ai cittadini debitori alla stessa cifra, ed evitare che milioni di cittadini vadano in pasto alle SVC, ma è proprio questo che si vuole per alimentare il “bisiniss” della Finanza e quindi coltivarne i favori. Si può dire che fra Banche e Equitalia è il più grande saccheggio dell’Italia dal tempo dei Visigoti: quasi 1.000 miliardi di € e milioni di persone dati in pasto alla peggiore speculazione italiana e internazionale.
Ma, è vero?
Non è che ho scritto per “supposizioni”: centinaia di migliaia di cittadini dal 1999 in poi sono finiti nella Macchina Infernale che ho descritto, fra cui io stesso nel 2008. Una banca nel 1999 aveva appunto fatto una cartolarizzazione falsa su un debito che avevo estinto nel 1990 (ho la ricevuta) e quindi sono stato “venduto” tre volte a mia insaputa, l’ultima sulla piazza finanziaria di Londra a rogito del Public Notary Mr. Allen Labor, e quindi lo “acquirente” è arrivato a battere cassa. Pur avendo potuto esibire in Tribunale la ricevuta che il credito era falso, pur avendo potuto certificare interessi medi del 64% annuo, mi è stato risposto che dovevo pagare perché “non avevo fatto opposizione” entro 30gg in nessuna delle tre cartolarizzazioni. E come potevo saperlo? – La Legge è Legge! Può fare causa al Nuovo Banco Ambrosiano che formò falsamente il credito. Ma dopo 18 anni il Nuovo Banco Ambrosiano non esisteva più, e comunque dopo 18 anni il reato di falso era in prescrizione. Per fortuna ho avuto di che pagare. La Macchina Infernale esiste ed è operativa, può testimoniarlo chiunque ne sia rimasto vittima dal 1999 a oggi.
Che fare?
E’ evidente che le Leggi Fasciste del 1936 (rimasta in vigore fino al 1993) e del 1942 (ancora in vigore tranne che per le SVC iscritte all’elenco) erano concepite anche per salvaguardare cittadini e imprese dalla criminalità dei “Colletti Bianchi”. Con la II Repubblica è diventato legale quello che prima era reato, e i risultati li vediamo continuamente. Possiamo pensare che i “padri” della II Repubblica agirono inconsapevolmente? No, sapevano quello che stavano facendo, lo fecero volontariamente e in malafede, altrimenti visti gli effetti avrebbero riparato almeno agli aspetti più deleteri verso cittadini e imprese. Appellarsi non serve a niente, la Legge di Ciampi del 1993 è ancora in vigore come la Legge dell’Ulivo del 1999, e nessun governo da allora ha inteso riformarle. Appellarsi al CSX o al CDX significa esporsi a un compromesso (Grande Vittoria! Banche e Finanziarie vi terranno in schiavitù solo fino alla terza generazione, Grande Vittoria! grideranno i mezzibusti dalle televisioni).
No, questa faccenda può essere risolta solo con un “Atto Sovrano”, come lo “Scuotimento dei Pesi” di Solone (Grecia, 630 A.C.), la Secessione del Monte Sacro (o dell’Aventino, Menenio Agrippa 450 A.C.), o il falò dei Libri del Debito al Foro Romano (Giulio Cesare, circa 50 A.C.). Quindi una sola legge di un solo articolo.
– La morte del debitore originario del debito estingue il debito. Nulla debbono a qualsiasi titolo eredi, familiari e discendenti. Almeno questo, salviamo figli e nipoti dai Banchieri Antifascisti.
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