Come la vogliamo definire? Disperazione? Esasperazione? Delusione estrema? Meglio non ‘chiamarla’, forse.
Sto parlando della causa che ha portato Emilio Perrella, conosciuto anche come “Lo stallone di Cercola”, a tentare di darsi fuoco dopo aver scoperto che non sarebbe stato un futuro concorrente del Grande Fratello 12. Una storia talmente assurda che sembra inventata ma che, purtroppo, è vera. E’ accaduto proprio nella serata della prima puntata. L’uomo (che vedete in foto), aveva partecipato a Tamarreide, ma il suo sogno era varcare la porta rossa di Cinecittà.
Convinto di aver superato la selezione grazie all’aiuto di un dirigente del programma, l’uomo ha cercato più volte di contattarlo. Fino a quando gli hanno detto che era impossibile perchè… morto. Scoperto l’inganno (il dirigente era sanissimo…), l’uomo ha deciso di contattare una tv locale, Luna2, per denunciare l’accaduto, minacciando di darsi fuoco. E così ha fatto, ma il peggio è stato evitato, grazie all’intervento di alcune persone presenti sul luogo. L’uomo non ha riportato gravi danni.
Ma, probabilmente, invece di varcare la porta rossa ha varcato quella bianca dell’ospedale.
fonte: gossipblog
Stavano improvvisando canti popolari
La Siae ha fatto una multa di 205 euro a 14 bambini di Chernobyl per violazione del diritto d´autore. I piccoli, di età compresa tra i 7 e 12 anni, avevano preparato un piccolo spettacolo per dire grazie alle famiglie da cui erano stati ospitati. Con una canzone in bielorusso. Le piccole casse di un computer portatile diffondevano una canzone popolare. E loro, sulla base musicale, avevano iniziato a cantare le prime strofe per salutare le persone che si erano prese cura di loro per quasi un mese.
I bambini per tutto agosto sono stati ospiti di 14 famiglie di Noci e Martina Franca che hanno aderito al progetto di solidarietà di Legambiente. Domenica 27 era il giorno dei saluti. La Società operaia ha prestato gratuitamente il suo locale nel centro storico di Martina Franca. E lì si sono trovati tutti insieme per l´ultima volta i bambini bielorussi, le loro “famiglie” italiane e tutti quelli a cui i bambini volevano dire grazie. Una sessantina di persone in tutto quelli presenti alla festicciola improvvisata. Del tipo: ognuno porta una cosa. Poi i bambini, che da giorni si organizzavano con le due accompagnatrici, hanno indossato abiti buffi fatti di carta igienica e piatti di plastica e dalle casse del portatile era partita la musica.
Mentre i bambini cantavano “Viva la gente” e un brano popolare bielorusso, nel locale della Società operaia si è affacciato un estraneo che poi si è presentato come
«dottor Francesco Disanto, titolare dell´ufficio SIAE di Martina Franca».
E’ arrivato lì, di domenica sera, perché nessuno dei bambini bielorussi aveva chiesto l´autorizzazione a esibirsi alla Società italiana degli autori e editori. «Abbiamo cercato tranquillamente di spiegare che la festa era stata improvvisata alla buona – spiega Michele Massafra, referente territoriale dell´iniziativa benefica – e soprattutto gli abbiamo fatto presente che quella era la nostra serata dei saluti e i bambini avevano pensato di farci questa sorpresa». Ma Disanto non ha ammesso ragioni. Nel verbale arrivato il giorno dopo per raccomandata alla sede della società operaia per oggetto c´è scritto: «Tutela del diritto d´autore, manifestazione per bambini “Progetto accoglienza di Chernobyl” con esecuzioni musicali».
Per il titolare dell´ufficio Siae di Martina Franca i bambini bielorussi avevano violato l´articolo 17 della legge numero 633 del 1941. Il reato che gli è stato contestato è quello di esecuzioni di opera di ingegno senza preventiva autorizzazione dell´autore. Bielorusso. «Una decisione sconcertante – denuncia Angela Lobefaro responsabile pugliese di Legambiente Solidarietà – soprattutto a conclusione di una meravigliosa esperienza . Vorrà dire che la Siae si terrà i soldi e noi, nella mente, l´indelebile ricordo dei sorrisi di quei bambini».
Solo in ITAGLIA succedono queste cose !!
Schettino rimarrai sempre nei nostri Cuori !
Vada a vordo Cazzo
Porta in alto la mano
segui il tuo capitano,
scappo con il pattino
sono capitan Schettino..
un passo avanti ondeggiando un passo in dietro affondando...
mica faccio er bagnino, sono capitan Schettino!"
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“Non sono fuggito, sono caduto nella scialuppa!”
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Partito dal Brasile passando attraverso lo sport più amato del mondo, "AI SE EU TE PEGO" del giovanissimo MICHEL TELÒ è diventato un fenomeno internazionale.
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